Il Club 91 al Royal Air Force Museum London-Hendon
A nord di Londra, in Inghilterra, nel quartiere periferico di Colindale, presso il sito storico di Hendon’s London Aerodrome, ha sede il RAF Museum, uno dei più importanti musei dell’aeronautica al mondo.
Il sito è facilmente raggiungibile con metro e 10 minuti di passeggiata.
L’ingresso è completamente gratuito.
Sabato 24 agosto, durante le mie vacanze estive nella capitale inglese, ho avuto l’opportunità di dedicare una giornata a questo importante museo. Questa è stata la mia seconda visita: la prima risale all’agosto del 2016, durante la commemorazione dei 100 anni dalla Grande Guerra o First World War (WWI), come la chiamano gli inglesi. Quest’anno ho trovato il museo completamente cambiato. Il percorso per i visitatori è stato rifatto ed ora, per accedere al primo hangar dell’area, si entra dal cancello secondario.
In totale, come si vede dalla pianta, gli hangar museali sono 6 (da H1 ad H6). La visita dunque parte dall’H1 (la struttura più moderna dell’area, essendo l’ultima realizzata) dal titolo “RAF Stories, The First 100 Years 1918-2018” e, al suo interno, ospita una mostra temporanea sui 100 anni di costituzione della RAF. Si entra passando attraverso una notevole collezione di caschi e berretti di tutte le epoche e ci si ritrova in una sala con foto ed elementi di aerei dislocati su un “tabellone temporale” dove sono rappresentati tutti i caccia più importanti della RAF. Nella sala vi sono alcuni aerei risalenti alla Prima Guerra Mondiale e una piccola mostra di armamenti utilizzati in questi 100 anni di storia. Proseguendo, si transita attraverso un corridoio col Mockup del F-35 che fa da soffitto ad alcune postazioni interattive, dov’è possibile cimentarsi nella progettazione aerodinamica di aerei e affidare ai calcolatori il verdetto sulla fattibilità tecnica del progetto.
Oltrepassata la mostra sui 100 anni della RAF, si accede alla sala principale dell’H1, che ospita il gigantesco idrovolante Short Sunderland, perfettamente conservato e visitabile anche al suo interno: davvero emozionante!
Infine, in un piccolo angolo un po’ appartato, si trova anche l’immancabile “shop” per l’acquisto dei souvenirs.
Usciti dall’H1, sulla destra, ci si avvia lungo un percorso che porta all’H2, passando vicino a due imbarcazioni della Royal Navy si raggiunge l’edificio intitolato “The First World War In The Air 1914-1918”. Il fabbricato è molto suggestivo e storicamente interessante: si tratta infatti della struttura originale della “Grahame-White Factory”, la prima fabbrica di aerei del Regno Unito, costruita da Claude Grahame-White nel 1917. Al suo interno, sono ospitati diversi aerei del periodo e alcuni motori aeronautici. Un meraviglioso SOPWITH Camel sovrasta un grande schermo a pavimento, sul quale vengono proiettate le immagini che esemplificano le 3 principali missioni del Camel: ricognizione e riconoscimento degli obbiettivi, bombardamento e combattimento aereo.
Salendo una scala, si accede all’ufficio tecnico dell’hangar, al centro un tavolo ricoperto da disegni costruttivi la fa da padrone mentre, dalle finestre e dal balconcino, si gode di una magnifica vista sovrastante l’interno dell’hangar.
Usciti dall’H2, percorrendo il vialetto che attraversa una curatissima area pic-nic, si arriva agli H3 e H4 che fanno anche da ingresso all’H5. Insieme, i 3 edifici, raccontano la storia “War In The Air 1918-1980”. Entrati nell’H3, si affronta subito la testimonianza della “Battle of Britain” (la battaglia d’Inghilterra), con in mostra i 4 principali protagonisti dei cieli di quel drammatico evento. I “Fighter Four” sono: un famosissimo Supermarine Spitfire Mk1A (protagonista tra l’altro dell’evento “Summer of Spitfire” che permette di salire a bordo di uno di questi caccia e farsi dei selfie), un Hawker Hurricane Mk1, uno Messerschmitt Bf 109E-4/B e l’unico esemplare originale rimasto al mondo di uno dei 1800 Fiat CR42 Falco costruiti, nei superbi colori originali della Regia Aeronautica e riportante ancora la matricola originale MM5701!
Proseguendo verso il fondo, attiguo all’H3, si entra nell’H4 che ospita una nutrita collezione dei più importanti aerei da caccia e multiruolo del periodo della Guerra Fredda, costruiti dal 1950 e fino agli anni ’90. Da un superbo English Ligthning fino ad un bellissimo Tornado F3, passando per un glorioso McDonnel Douglas F-4 Phantom II. Senza nemmeno contare i vari Canberra, Vampire, Meteor, Hunter, Jet Provost e chi più ne ha, più ne metta perché questa parte del museo, a mio avviso, è la più ricca e completa e si estende per quest’enorme hangar lasciando al pubblico lo spazio appena sufficiente a passare tra gli aeromobili in mostra.
Sempre rimanendo all’interno dell’H4, nel fondo dell’edificio, trova posto una collezione di elicotteri post bellici: dal birotore Westland Belvedere HC1, fino al modernissimo Eurocopter EH101 Merlin (l’esemplare esposto è il terzo prototipo costruito), passando tra i gloriosi Sikorsky SH-3 Sea King e Sikorsky S-58, Westland Wessex, Westland Gazelle e tanti altri.
A metà dell’hangar, troviamo l’apertura che dà accesso all’H5: la sala dei bombardieri! Imponenti e maestosi, fanno bella mostra di sé macchine gloriose come il B17G Fortress, il B24L Liberator, il de Havilland Mosquito, il North American B25 Mitchell ed anche la parte anteriore con cabina di pilotaggio completa di un Handley Page Victor. Ma le tre indiscusse star dell’H5, sono sicuramente lo Handley Page Halifax, lo Avro Lancaster e lo Avro Vulcan!
Il Vulcan con la sua caratteristica piante alare a delta è davvero una macchina bellissima ed enorme e d avrebbe meritato di essere esposto in una zona più centrale dell’hangar ma, la sua forma e le enormi dimensioni ne hanno decretato il dislocamento in un angolo. Non solo aerei, ma anche mezzi terrestri, armamenti ed attrezzature trovano posto in quest’hangar: vi si possono ammirare alcune moto usate nei collegamenti nelle aviosuperfici, autocarri per il servizio antincendio, per la logistica e per il trasporto delle armi da caricare sugli aerei. C’è persino una cappellina da campo ricavata all’interno di un container. Molto suggestiva è la ricostruzione in un angolo in scala 1:1 di una fabbrica di aerei dopo un bombardamento. Scena struggente e carica di ansie e terrore dà l’idea della distruzione e della desolazione provocata dalla guerra.
Usciti dall’H5, rimane da completare la visita entrando nell’H6, una struttura moderna intitolata “The RAF in an Age of Uncertainty 1980 – Today” dove trovano posto aerei che hanno servito il paese in epoca moderna: un Hawker Siddeley Buccaneer in livrea “Desert Storm”, un Sepecat Jaguar, Un BAe Harrier Gr9 e un moderno Eurofighters Typhoon (il prototipo DA2). Inoltre, in questa sezione, c’è l’ultimo acquisto del museo: un Panavia Tornado Gr1B (IDS) che la RAF ha radiato proprio quest’anno. Sempre all’interno della sala, ci sono alcune vetrine con tute da pilota e da crew chief. Le divise e le tute provengono dai teatri operativi più recenti: Qwait, Afganistan, Libia, ognuna con didascalia che riporta la testimonianza di chi l’ha indossata e la specialità ricoperta. Peccato che le luci riflettano sui vetri, scelta poco professionale, come quella delle luci troppo fioche negli H2 e H6 che non permetto di apprezzare tutti i particolari delle collezioni. Certo, l’atmosfera è molto coinvolgente, a discapito di scattare qualche foto non sempre all’altezza delle aspettative.
Per concludere la visita, se il meteo lo permette, si può godere del giardino esterno, dell’area pic-nic e di un paio di sdraio giganti dove scattare dei selfie unici!
A cura di Pavan Emanuele